La Teofani Company Limited: pioniere delle miscele orientali e del collezionismo
Fondata a Londra nel 1880 da Teofani & Co., specializzata nell’importazione diretta di tabacchi turchi, la Teofani Company Limited si impose fin da subito come uno dei produttori più ricercati di sigarette “orientali” sul mercato britannico. Il suo prodotto di punta, il blend semplicemente battezzato Teofani, univa note speziate e dolci del miglior tabacco turco con un taglio estremamente fine, rivolgendosi a un pubblico di intenditori in cerca di un’esperienza di consumo esclusiva.
Le confezioni originali, confezionate in eleganti astucci cartacei color carminio con dettagli dorati e motivi a svastica (all’epoca simbolo di buona fortuna), erano contraddistinte da uno stile sobrio e raffinato. Ogni scatola riportava il marchio Teofani in un carattere serif armonioso, circondato da cornici geometriche che richiamavano motivi orientali. Nel tempo l’azienda introdusse varianti come Teofani Blue, con un tono più morbido, e Teofani Gold Reserve, riservata a confezioni regalo e ai falò delle grandi occasioni.
Ciò che rese l’azienda davvero innovativa fu l’idea di trasformare il semplice pacchetto di sigarette in un’esperienza di collezionismo. A partire dagli anni Novanta dell’Ottocento, dentro ogni confezione venivano inserite cartoline fotografiche – stampate in collotype nelle dimensioni di circa 9 × 14 cm – raffiguranti campioni sportivi (cricket, boxe, canottaggio), personalità politiche britanniche, star del cinema muto e persino vedute esotiche di località coloniali. Le serie tematiche furono numerose: «Sports Heroes», «Empire Landscapes», «Cinema Icons» e «Statesmen». Collezionarle divenne un fenomeno di massa, tanto che i consumatori si rivolgevano a negozi di fotografie e cartolerie per completare il set.
Durante la Prima Guerra Mondiale, il distintivo pacchetto Teofani divenne un piccolo lusso nelle trincee: l’azienda garantì forniture costanti alle truppe britanniche, confezionando addirittura una “Trench Pack” in carta cerata resistente all’umidità. Questo contribuito all’aspetto di conforto portò il brand a diventare sinonimo di affidabilità anche in condizioni estreme.
Negli anni Venti e Trenta la Teofani Company ampliò i suoi canali di vendita verso dominions e colonie – Canada, Australia, Sudafrica e India –, dove il fascino del tabacco turco incontrava l’immagine imperiale delle confezioni londinesi. Il controllo diretto sui coltivatori di Cavalla, in Anatolia, garantiva una qualità costante e favoriva l’introduzione di nuove miscele stagionate in magazzini climatizzati di Camden Town.
Con l’avvento di grandi conglomerati come Imperial Tobacco e British American Tobacco, e con l’inasprirsi delle leggi sulla pubblicità del tabacco dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Teofani Company vide progressivamente diminuire la propria quota di mercato. Verso la fine degli anni Quaranta la produzione cessò in modo definitivo: le tecniche artigianali e il posizionamento di nicchia non riuscirono a reggere la pressione dei grandi volumi e dei canali di distribuzione delle multinazionali.
Oggi, confezioni in latta smaltata, cartoline fotografiche originali e vecchi cataloghi raccontano la storia di un marchio che seppe coniugare sapori esotici e strategie di marketing d’avanguardia. La memoria di Teofani rivive tra i collezionisti di “tobacciana” e gli appassionati di memorabilia del primo Novecento, testimoniando un’epoca in cui una singola sigaretta poteva trasformarsi in un viaggio culturale verso le coste della Turchia e in un’occasione di collezionismo senza pari.
Il pacchetto di sigarette nella fotografia aveva un design elegante, con una cornice rossa fatta di svastiche e il nome della marca in caratteri grandi con una grossa svastica al centro. La swastika era un simbolo di buona fortuna e prosperità, usato da molte culture e religioni, prima che fosse adottato dal nazismo. Queste sigarette erano una delle preferite dai soldati britannici durante la Prima Guerra Mondiale. Questo pacchetto di sigarette sarebbe molto insolito vederlo nei giorni nostri, a causa del significato negativo che la swastika ha assunto durante la Seconda Guerra Mondiale.